
Cosa intende l’apostolo Paolo in Efesini 1:10, quando parla del ricondurre “in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra”?
Ángel Manuel Rodríguez – Il testo di Efesini 1:10 è parte di un lungo brano che comprende i versetti da 3 a 14 ed è ricco di contenuti teologici. All’interno di questo passo, il versetto 10 riassume il messaggio centrale di Paolo ai credenti di Efeso.
Il piano divino
L’apostolo Paolo intende presentare agli Efesini il piano di Dio per la riunificazione di ogni cosa in Cristo. Il cosmo, sotto il potere di Cristo in virtù del suo sacrificio, è diretto verso il più importante obiettivo divino. In sostanza, Paolo offre una visione dell’avvenire dell’universo rivelata direttamente dal Creatore.
Questa visione futura presuppone che il cosmo sia stato originariamente creato in Cristo (cfr. Colossesi 1:16), ma qualcosa è andato storto e ora non è più interamente “in Cristo”. L’irruzione del peccato ha provocato una frattura, rendendo necessaria la restaurazione di tutte le cose nell’unità in Cristo.
La portata di questo piano divino supera di gran lunga i nostri interessi personali. Siamo parte di qualcosa di più grande di noi, qualche cosa che raggiunge i recessi più profondi del cosmo. Paolo ci invita a distogliere lo sguardo dal mondo che conosciamo per volgerlo, mediante la fede, al futuro di un cosmo riunificato in Cristo. In effetti, questa visione del piano divino per il cosmo offre una prospettiva del futuro che nessuna potenza spirituale o umana potrebbe mai realizzare.
Il coinvolgimento della Trinità
Ciò che Dio ci dona è così significativo che il Padre (Efesini 1:3), il Figlio (v. 3) e lo Spirito Santo (v. 13) sono personalmente coinvolti nel suo compimento. Anzi, questo piano è stato concepito nella mente divina molto prima della creazione del cosmo.
È definito “il mistero della sua volontà” e al momento opportuno è stato rivelato a noi in Cristo (vv. 9-11). Egli è lo strumento divino attraverso il quale il Padre “ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” (v. 3) e “in lui [Cristo] ci ha eletti prima della formazione del mondo” (v. 4); in lui abbiamo la redenzione (v. 7).
Questa liberazione avrà dimensioni cosmiche. Quando il cosmo ritornerà a Dio al compimento della redenzione, canterà di nuovo le lodi della gloria di Dio (v. 14).
Per Paolo, tale visione del futuro non è un’utopia illusoria né una fantasia generata dalla disperazione umana. Essa si realizza nella storia umana, non come frutto del suo progresso, ma come risultato dell’intervento di Dio.
Una realtà presente
Secondo Paolo, siamo già testimoni dell’inizio dell’attuazione del piano divino per il cosmo con la presenza della chiesa nel mondo. L’esistenza stessa della chiesa rappresenta il primo passo di Dio nella realizzazione del suo proposito di unificare il cosmo in Cristo. Il progetto è già stato avviato su questo piccolo pianeta tramite l’opera salvifica di Cristo, il quale, per mezzo dello Spirito, continua a invitare gli esseri umani a riporre la loro fede in Cristo per essere incorporati in lui (vv. 11-13).
Questi credenti sono già in Cristo, e Cristo non si fermerà finché la sua opera non avrà abbracciato l’intero cosmo. L’intenzione divina ha raggiunto dapprima i Giudei, i quali, secondo Paolo, “per primi abbiamo sperato in Cristo” (v. 12), e poi i pagani che, “dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza” (v. 13), hanno anche creduto.
Sì, la riunificazione del cosmo in Cristo è già stata avviata, e ne facciamo parte. Noi credenti siamo la prova concreta di tale evento cosmico.
(Ángel Manuel Rodríguez, dottore in teologia, ha servito come pastore, professore e teologo. Ora è in pensione)
[Fonte: adventistreview.org / Tradotto da Veronica Addazio]
[Immagine di copertina: Photography_by_Sebbi su pixabay.com]
La voce L’inimmaginabile! è stata pubblicata per la prima volta su HopeMedia Italia.