Capitolo 25 - La legge di Dio è immutabile - Parte 03
La grande varietà di convinzioni delle chiese protestanti è considerata da molti come la prova decisiva che impedirà di giungere all’uniformità. Da anni però, fra queste chiese, c’è una forte e crescente tendenza verso l’unione basata sui punti comuni. Per attuare questa unione si dovrà necessariamente evitare ogni discussione su argomenti sui quali non tutti sono d’accordo, per quanto importanti essi possano essere dal punto di vista biblico.
Charles Beecher, in un sermone pronunciato nel 1846, affermava: “Non soltanto il corpo pastorale delle denominazioni evangeliche protestanti è completamente formato sotto la pressione schiacciante del rispetto umano; essi vivono, si muovono, respirano in una realtà fondamentalmente corrotta, dipendendo sempre dai peggiori elementi della loro natura, per soffocare la verità e piegarsi davanti alla potenza dell’apostasia. Non è così, del resto, che le cose andavano a Roma? E che cosa vediamo profilarsi davanti a noi? Un altro concilio universale! Un raduno mondiale! Un’alleanza evangelica e un credo universale”.6 Una volta giunti a questo punto, per stabilire l’uniformità completa basterà fare solo un passo: ricorrere alla forza.
Quando le principali chiese degli Stati Uniti, unendosi sui punti dottrinali che sono loro comuni, influiranno sullo stato per imporre i loro decreti e sostenere le loro istituzioni, allora l’America protestante avrà formato un’immagine della gerarchia romana e l’applicazione di pene civili nei confronti dei dissidenti sarà il risultato inevitabile.
La bestia con due corna “…faceva sì [comandava] che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome”. Apocalisse 13:16, 17. Il terzo angelo avverte: “…Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, berrà anch’egli del vino dell’ira di Dio…” Apocalisse 14:9. La “bestia” che viene citata e la cui adorazione è imposta da quella con due corna, è la prima bestia di Apocalisse 13, simile al leopardo: il papato. L’immagine della bestia rappresenta quella forma di protestantesimo apostata che si andrà gradatamente sviluppando quando le chiese protestanti cercheranno l’aiuto del potere civile per imporre i loro dogmi. Resta ora da stabilire cos’è il “marchio della bestia”.
Dopo l’avvertimento riguardante l’adorazione della bestia e della sua immagine, la profezia dice: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù”. Apocalisse 13:12. Poiché coloro che osservano i comandamenti di Dio sono messi in opposizione con gli adoratori della bestia e della sua immagine e ne prendono il marchio, ne risulta che il rispetto della legge di Dio da un lato e la sua violazione dall’altro stabiliranno la distinzione fra chi adora Dio e chi adora la bestia.
La particolare caratteristica della bestia e della sua immagine è la trasgressione dei comandamenti di Dio. Daniele, parlando del piccolo corno afferma: “…penserà di mutare i tempi e la legge…” Daniele 7:25. Paolo, a sua volta, definì lo stesso potere “l’uomo del peccato”, che doveva esaltare se stesso al di sopra di Dio. Queste due profezie si completano. Solo cambiando la legge di Dio, il papato poteva innalzarsi al di sopra di Dio; infatti, chiunque consapevolmente osservasse questa legge, così mutata, avrebbe tributato un onore supremo alla potenza responsabile di questo cambiamento. Questo atto di ossequio alle leggi papali sarebbe stato il marchio (o segno) di ubbidienza al papa anziché a Dio.
Il papato ha apportato un cambiamento alla legge di Dio. Il secondo comandamento che proibisce l’adorazione delle immagini è stato eliminato e il quarto è stato talmente modificato per autorizzare l’osservanza del primo giorno della settimana al posto del settimo, il sabato. Ma i sostenitori del papato asseriscono, come motivazione per l’omissione del secondo comandamento, che esso non era necessario perché già compreso nel primo e in questo modo essi continuano a presentare la legge esattamente come Dio aveva stabilito che fosse compresa. Questo non può essere il cambiamento predetto dal profeta. Egli parla infatti di un cambiamento fatto con deliberata intenzione: “…e penserà di mutare i tempi e la legge…” La trasformazione del quarto comandamento adempie esattamente la profezia, perché la chiesa se ne attribuisce l’unica autorità. In questo modo, il potere papale si pone apertamente al di sopra di Dio.
Mentre gli adoratori di Dio si distinguono per il loro rispetto del quarto comandamento, che è il segno della sua potenza creatrice e la testimonianza del suo diritto al rispetto e all’omaggio dell’uomo, gli adoratori della bestia si distingueranno per i loro sforzi intesi ad abolire il memoriale del Creatore per esaltare, al suo posto, l’istituzione di Roma. Fu in favore della domenica che il papato inizialmente affermò le sue arroganti pretese;7 il suo primo ricorso al potere dello stato fu per imporre l’osservanza della domenica come “giorno del Signore”. Ma la Bibbia indica il settimo e non il primo come giorno del Signore. Gesù disse: “…il Figliuol dell’uomo è Signore anche del sabato”. Marco 2:28. Il quarto comandamento afferma: “…il settimo è giorno di riposo, sacro all’Eterno…” Esodo 20:10. Tramite il profeta Isaia il Signore ha detto: “…il sabato… mio santo giorno…” Isaia 58:13. L’affermazione, spesso ripetuta, che il Cristo abbia sostituito il sabato è smentita dalle sue stesse parole. Nel suo sermone sul monte, egli disse: “Non pensate ch’io sia venuto per abolire la legge od i profeti; io son venuto non per abolire ma per compire: poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto.
Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti ed avrà cosi insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno de’ cieli; ma chi li avrà messi in pratica ed insegnati, esso sarà chiamato grande nel regno dei cieli”. Matteo 5:17-19.
I protestanti generalmente riconoscono che le Scritture non sanzionano affatto il cambiamento del sabato. Questo è chiaramente affermato da pubblicazioni edite dalla Società Americana dei Trattati e dall’Unione Americana delle Scuole Domenicali. Una di queste opere riconosce “il totale silenzio del Nuovo Testamento per quel che riguarda un ordine esplicito in favore della domenica o in fatto di norme definite per la sua osservanza”.8 Un altro autore dice: “Fino alla morte del Cristo non avvenne alcun cambiamento del giorno… Per quanto risulta dai documenti, non diedero… nessun ordine esplicito che ingiungesse l’abbandono del sabato, del settimo giorno, e l’osservanza del primo giorno della settimana”.9 Gli autori cattolici confermano che il cambiamento fu fatto dalla loro chiesa e affermano che i protestanti, osservando la domenica riconoscono l’autorità di Roma. Nel Catholic Catechism of Christian Religion (Catechismo cattolico della religione cristiana), in risposta alla domanda circa il giorno che deve essere osservato in ubbidienza al quarto comandamento, è detto: “Per l’antica legge il sabato era il giorno santificato; ma la chiesa, istruita da Gesù Cristo e guidata dallo Spirito di Dio, ha sostituito la domenica al sabato, così ora noi santifichiamo il primo giorno e non il settimo. La domenica significa, e ora lo è, il giorno del Signore”.
Come segno dell’autorità della Chiesa Cattolica gli scrittori papali citano “il fatto di avere cambiato il sabato nella domenica, che i protestanti accettano… Essi, osservando la domenica, riconoscono la facoltà che la chiesa ha di stabilire feste e di imporle, sotto pena di peccato”.10 Il cambiamento del sabato non è quindi il segno, o marchio, dell’autorità della Chiesa Cattolica: il marchio della bestia? La Chiesa Cattolica non ha rinunciato alla sua pretesa di supremazia, e quando il mondo protestante accetta il giorno che essa ha istituito, rigettando il sabato biblico, ammette virtualmente questo suo diritto. Esso può richiamarsi all’autorità della tradizione dei Padri per giustificare il cambiamento, ma in tal modo ignora il principio che lo separa da Roma: “La Bibbia e la Bibbia solamente è la religione dei protestanti”. I sostenitori del papato si rendono conto come i protestanti si ingannino chiudendo volutamente gli occhi davanti ai fatti. Perciò, mentre il movimento per imporre la domenica va acquistando favore, essi si rallegrano nella certezza che questo finirà per richiamare l’intero mondo protestante sotto la bandiera di Roma. I cattolici dichiarano che “l’osservanza della domenica da parte dei protestanti è un omaggio che essi tributano all’autorità della Chiesa Cattolica”.11 L’imposizione dell’osservanza della domenica da parte delle chiese protestanti è in fondo l’obbligo di adorare il papato, la bestia. Coloro che pur comprendendo le esigenze del quarto comandamento preferiscono osservare il falso sabato, anziché il vero, si piegano davanti al potere che lo ordina.
Nell’atto, poi, di imporre un obbligo religioso tramite il potere civile, le chiese formeranno esse stesse un’immagine alla bestia; per cui l’imposizione di osservare la domenica, negli Stati Uniti, sarebbe l’obbligo di adorare la bestia e la sua immagine.
I cristiani delle generazioni passate osservavano la domenica, convinti che fosse il giorno di riposo prescritto dalla Bibbia. Anche oggi vi sono dei sinceri cristiani in ogni chiesa, compresa quella cattolica, i quali onestamente ritengono che la domenica sia il giorno di riposo designato da Dio. Il Signore accetta la loro sincerità e la loro onestà nei suoi confronti; ma quando l’osservanza della domenica verrà imposta per legge e il mondo sarà illuminato sull’importanza del vero sabato, allora chiunque trasgredirà il comandamento di Dio per ubbidire a un precetto sostenuto da Roma, onorerà il papato al di sopra di Dio, perché si piegherà a Roma e alla potenza che ne impone l’istituzione; adorerà la bestia e la sua immagine. Quando gli uomini rigettano l’istituzione che Dio definisce segno della sua autorità e onorano al suo posto quello che Roma ha scelto come pegno della sua supremazia, accettano il segno di sottomissione al papato, cioè “il marchio della bestia”. Quando tutto questo sarà stato chiaramente esposto al mondo e gli uomini saranno invitati a fare la loro scelta fra i comandamenti di Dio e i comandamenti degli uomini, chi persisterà nella trasgressione riceverà “il marchio della bestia”.
La più terribile minaccia che sia mai stata fatta nei confronti degli uomini è contenuta nel terzo messaggio. Si tratta di un peccato tremendo perché provoca l’ira di Dio non mitigata dalla sua misericordia. Non si possono quindi lasciare gli uomini all’oscuro su una questione così importante; l’avvertimento contro questo peccato deve essere dato al mondo prima che si manifesti il giudizio di Dio, affinché tutti possano sapere perché viene inflitto e abbiano l’opportunità di sottrarvisi. La profezia dichiara che il primo angelo avverte “ogni nazione e tribù e lingua e popolo”. L’annuncio del terzo angelo fa parte dello stesso triplice messaggio e non dovrà essere meno esteso. Esso sarà proclamato, dice la profezia, con gran voce, da un angelo che vola in mezzo al cielo e che richiama l’attenzione del mondo. In questo conflitto l’intero mondo sarà diviso in due grandi classi: coloro che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù e coloro che adorano la bestia e la sua immagine e ne ricevono il marchio. Sebbene la chiesa e lo stato costringano “…tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi…” (Apocalisse 13:16), a ricevere “il marchio della bestia”, il popolo di Dio non lo riceverà. Il profeta di Patmos predisse: “…quelli che aveano ottenuta vittoria sulla bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome… stavano in piè sul mare di vetro avendo delle arpe di Dio. E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell’Agnello…” Apocalisse 15:2, 3.