Capitolo 39 - Tempi difficili - Parte 03
Fenomeni soprannaturali appariranno in cielo e proveranno la potenza miracolosa dei demoni. Gli spiriti satanici andranno dai re di tutta la terra e dagli abitanti di tutto il mondo per sedurli e convincerli a unirsi a Satana nella sua lotta finale contro il governo di Dio. Per mezzo di questi agenti sia i governanti che i sudditi saranno ingannati. Alcuni si presenteranno pretendendo di essere il Cristo stesso, reclamando il titolo e il culto dovuti al Redentore del mondo. Faranno miracoli straordinari, opereranno guarigioni e pretenderanno di annunciare rivelazioni divine che sono però in contraddizione con la chiara testimonianza delle Scritture.
Per completare il grande dramma della seduzione, Satana stesso impersonificherà il Cristo. La chiesa aspetta da molto tempo l’avvento del Salvatore come coronamento delle sue speranze e il grande seduttore farà credere che il Cristo sia già venuto. In varie parti della terra, Satana si manifesterà fra gli uomini come un essere maestoso, circondato da uno splendore eclatante, simile alla descrizione del Figlio di Dio fatta da Giovanni in Apocalisse 1:13-15. La sua gloria supererà qualsiasi altra manifestazione che gli uomini abbiano mai visto. Il grido trionfale riempie l’aria: “Il Salvatore è venuto! Il Salvatore è venuto!” Le folle si prostreranno in adorazione davanti a lui, mentre alzerà le mani e pronuncerà una benedizione come faceva Gesù con i suoi discepoli quando era su questa terra. La sua voce sarà dolce, suadente, melodiosa. Con un tono affabile, che esprime tenera compassione, egli esporrà alcune di quelle belle e celesti verità insegnate dal Salvatore. Guarirà i malati e, nella sua veste di pseudo cristo, affermerà di aver trasferito il riposo dal sabato alla domenica e ordinerà a tutti di santificare il giorno da lui benedetto. Dichiarerà che quanti persistono nel voler santificare il settimo giorno bestemmiano il suo nome e rifiutano di ascoltare gli angeli che ha inviato loro con il messaggio della verità. Questo sarà l’inganno supremo, quasi irresistibile. Come i samaritani furono ingannati da Simon Mago, così le folle, dai più piccoli ai più grandi, accetteranno questi inganni, dicendo: “…Costui è la “potenza di Dio”, che si chiama la “grande””. Atti 8:10.
Ma il popolo di Dio non si lascerà ingannare. Gli insegnamenti di questo falso cristo non concordano con quelli delle Scritture. La sua benedizione viene pronunciata sugli adoratori della bestia e della sua immagine, sui quali, secondo la dichiarazione biblica, si manifesterà la collera di Dio.
A Satana, comunque, non sarà consentito di contraffare la venuta di Gesù.
Il Salvatore ha avvertito il suo popolo e lo ha messo in guardia contro questo inganno, descrivendo chiaramente in che modo egli verrà la seconda volta. “…Sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti… Se dunque vi dicono: Eccolo, è nel deserto, non v’andate, eccolo, è nelle stanze interne, non lo credete; perché, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, cosi sarà la venuta del Figliuol dell’uomo”. Matteo 24:24-27; cfr. Matteo 25:31; Apocalisse 1:7; 1 Tessalonicesi 4:16, 17. Non è possibile, quindi, contraffare il suo ritorno, che sarà visto da tutto il mondo.
Solo coloro che studiano con cura le Scritture e amano la verità saranno protetti contro il grande inganno che sedurrà il mondo. Grazie alla testimonianza biblica, essi riconosceranno il seduttore nonostante il suo travestimento.
L’ora della prova scoccherà per tutti e il vaglio della tentazione permetterà di riconoscere il vero cristiano. Oggi il popolo di Dio è così legato alla sua Parola, da non credere neppure alla testimonianza dei propri sensi? In quel momento così difficile, saprà attenersi alla Bibbia e alla Bibbia soltanto? Satana farà tutto il possibile per impedire al popolo di Dio di prepararsi per poter resistere in quel giorno. Egli farà di tutto per ostacolargli il cammino, per attirarlo con i miraggi dei beni terreni, impegnandolo in tante attività affinché provi l’angoscia delle preoccupazioni della vita e il giorno della prova sopraggiunga improvviso e inatteso come un ladro.
Quando i vari governi del mondo cristiano avranno emanato contro gli osservatori dei comandamenti un decreto che li priverà della protezione del4 governo per consegnarli nelle mani dei loro nemici, il popolo di Dio fuggirà dalle città e dai villaggi, si riunirà in gruppi e andrà ad abitare nei luoghi più solitari e più remoti. Molti troveranno rifugio sulle montagne. Come i cristiani delle valli valdesi, sceglieranno i luoghi elevati della terra come loro santuari e ringrazieranno Dio per le “rocche fortificate”. Isaia 33:16. Ma molti, di ogni nazione e di ogni classe, ricchi e poveri, piccoli e grandi, bianchi e neri saranno ridotti nella più ingiusta e crudele schiavitù. Gli eletti di Dio vivranno giorni particolarmente duri chiusi in carcere, in attesa della morte; alcuni sembreranno destinati a morire di fame in oscure e fetide celle dove nessun orecchio umano ode i loro gemiti, dove nessuno porge loro aiuto.
Il Signore dimenticherà il suo popolo in quell’ora così tragica? Dimenticò forse il fedele Noè quando il castigo si abbatté sul mondo? Dimenticò Lot quando il fuoco scese dal cielo per consumare le città della pianura? Dimenticò Giuseppe circondato dai pagani in Egitto? Dimenticò Elia quando Izebel lo minacciava della stessa sorte subita dai profeti di Baal? Dimenticò Geremia nell’oscuro e fangoso pozzo che gli serviva da prigione? Dimenticò i tre giovani coraggiosi nella fornace ardente? Dimenticò Daniele gettato nella fossa dei leoni? “Ma Sion ha detto: “L’Eterno m’ha abbandonata, il Signore m’ha dimenticata”. Una donna dimentica ella il bimbo che allatta, cessando d’aver pietà del frutto delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non io dimenticherò te. Ecco, io t’ho scolpita sulle palme delle mie mani”. Isaia 49:14-16. Il Signore degli eserciti ha detto: “…chi tocca voi tocca la pupilla dell’occhio suo”.
Zaccaria 2:8.
Anche se i nemici getteranno in carcere i figli di Dio, le mura della prigione non potranno impedire loro di comunicare con il Cristo. Colui che vede ogni loro debolezza, che conosce ogni loro prova è superiore alle potenze terrene.
Gli angeli si avvicineranno a loro e porteranno in quelle celle la luce e la pace del cielo. Il carcere diventerà un palazzo perché in esso abita chi è ricco nella fede e le mura oscure saranno illuminate dalla luce del cielo, come lo furono quelle del carcere di Filippi dove Paolo e Sila, a mezzanotte, pregavano e cantavano le lodi di Dio.
Il giudizio di Dio si abbatterà su coloro che cercano di opprimere e di eliminare il suo popolo. La sua pazienza rende gli empi audaci e li incoraggia nella loro trasgressione, ma il loro castigo è certo e terribile, nonostante il rinvio. “…L’Eterno si leverà come al monte Peratsim, s’adirerà come nella valle di Gabaon, per fare l’opera sua, l’opera sua singolare, per compiere il suo lavoro, lavoro inaudito”. Isaia 28:21. Per il nostro Dio misericordioso, l’atto del castigo è qualcosa di strano. “…Com’è vero ch’io vivo, dice il Signore, l’Eterno, io non mi compiaccio della morte dell’empio…” Ezechiele 33:11. Il Signore è “…misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità e fedeltà… che perdona l’iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente…” Esodo 34:6, 7. “L’Eterno è lento all’ira, è grande in forza, ma non tiene il colpevole per innocente”. Nahum 1:3. Egli rivendicherà con terribili castighi l’autorità della sua legge che è stata disprezzata. La severità della punizione, riservata al trasgressore, può essere valutata in base alla riluttanza del Signore a eseguire la sua giusta sentenza. La nazione che ha sopportato a lungo, e che colpirà solo quando la sua malvagità avrà superato ogni limite, alla fine berrà il calice della sua ira, una collera che non sarà mitigata dalla sua misericordia.
Quando il Cristo non intercederà più nel santuario, si manifesterà la collera divina che incombe su coloro che adorano la bestia, la sua immagine e ne prendono il marchio. Cfr. Apocalisse 14:9, 10. Le piaghe che colpirono l’Egitto, quando Dio stava per liberare Israele, erano della stessa natura di quelle ancora più terribili e diffuse che si abbatteranno sul mondo poco prima della liberazione finale del popolo di Dio. Descrivendo quelle terribili punizioni il profeta di Patmos dice: “…un’ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che aveano il marchio della bestia e che adoravano la sua immagine”. Il mare “…
divenne sangue come di morto; ed ogni essere vivente che si trovava nel mare morì”. I fiumi e le “…fonti delle acque… diventarono sangue”. Per quanto siano terribili, questi flagelli sono del tutto giustificati. L’angelo di Dio, infatti, afferma: “…Sei giusto, tu che sei e che eri… per aver così giudicato. Hanno sparso il sangue dei santi e dei profeti, e tu hai dato loro a bere del sangue; essi ne son degni!” Apocalisse 16:2-6. Nel condannare a morte il popolo di Dio, essi si sono resi colpevoli del suo sangue come se lo avessero sparso con le loro stesse mani. Allo stesso modo il Cristo dichiarò gli ebrei del suo tempo colpevoli del sangue di tutti i santi uomini uccisi dal tempo di Abele in poi, perché essi erano animati dallo stesso spirito e si preparavano a imitare gli uccisori dei profeti.
Nella piaga successiva fu permesso al sole di “…bruciare gli uomini col fuoco. E gli uomini furon arsi dal gran calore”. Apocalisse 16:8, 9. I profeti così descrivono le condizioni della terra in quel tempo: “La campagna è devastata…
il raccolto dei campi è perduto… tutti gli alberi della campagna son secchi; la gioia è venuta meno tra i figliuoli degli uomini… I semi marciscono sotto le zolle, i depositi sono vuoti… Oh come geme il bestiame! Gli armenti son costernati, perché non c’è pastura per loro… i rivi d’acqua sono seccati, e un fuoco ha divorato i pascoli del deserto”. Gioele 1:10-12, 17-20. “In quel giorno, dice il Signore, l’Eterno, i canti del palazzo diventeranno degli urli; grande sarà il numero dei cadaveri; saran gettati da per tutto in silenzio”. Amos 8:3.
Queste piaghe non saranno universali, altrimenti tutti gli abitanti della terra morirebbero. Esse saranno, però, i più terribili flagelli che esseri mortali abbiano mai conosciuto. Tutti i castighi che si erano abbattuti sugli uomini prima della chiusura del tempo di grazia erano mitigati dalla misericordia. Il sangue di Gesù, presentato in loro favore, ha sempre preservato il peccatore6 dalla piena retribuzione della sua colpa: ma nel castigo finale, l’ira divina non sarà attenuata dalla pietà.