Capitolo 39 - Tempi difficili - Parte 04
In quel giorno molti desidereranno la protezione della misericordia di Dio che hanno disprezzato per tanto tempo. “Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, l’Eterno, ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno. Allora, errando da un mare all’altro, dal settentrione al levante, correranno qua e là in cerca della parola dell’Eterno, e non la troveranno”. Amos 8:11, 12.
Il popolo di Dio sperimenterà la sofferenza ma anche se perseguitato o in difficoltà, anche se esposto a preoccupazioni e privazioni per mancanza di cibo, non sarà lasciato morire. Quel Dio che si occupò di Elia non trascurerà nessuno dei suoi figli. Colui che conta i capelli del loro capo avrà cura di loro e durante la carestia essi saranno saziati. Mentre gli empi saranno vittime della fame e delle epidemie, gli angeli proteggeranno i giusti e provvederanno alle loro necessità. “Colui che cammina per le vie della giustizia…” può contare sulla promessa che: “…il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata”; “I miseri e poveri cercano acqua, e non ve n’è; la loro lingua è secca dalla sete; io, l’Eterno, li esaudirò; io, l’Iddio d’Israele, non li abbandonerò”. Isaia 33:15, 16; Isaia 41:17.
“Poiché il fico non fiorirà, non ci sarà più frutto nelle vigne; il prodotto dell’ulivo fallirà, i campi non daran più cibo, i greggi verranno a mancare negli ovili, e non ci saran più buoi nelle stalle; ma io mi rallegrerò nell’Eterno, esulterò nell’Iddio della mia salvezza”. Abacuc 3:17, 18.
“L’Eterno è colui che ti protegge; l’Eterno è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. L’Eterno ti proteggerà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua”. Salmi 121:5-7. “Certo egli ti libererà dal laccio dell’uccellatore e dalla peste mortifera. Egli ti coprirà con le sue penne, e sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti è scudo e targa.
Tu non temerai lo spavento notturno, né la saetta che vola di giorno, né la peste che va attorno nelle tenebre, né lo sterminio che infierisce in pien mezzodì. Mille te ne cadranno al fianco, e diecimila alla destra; ma tu non ne sarai colpito. Solo contemplerai coi tuoi occhi e vedrai la retribuzione degli empi.
Poiché tu hai detto: O Eterno, tu sei il mio rifugio; tu hai preso l’Altissimo per il tuo asilo, male alcuno non ti coglierà, né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda”. Salmi 91:3-10.
Dal punto di vista umano, il popolo di Dio è sul punto di suggellare la sua testimonianza con il sangue, come accadde ai martiri del passato. Comincerà anche a temere che il Signore lo abbandoni in balìa dei suoi nemici. Sarà un momento di tremenda angoscia. Giorno e notte esso griderà a Dio per essere liberato. Gli empi esulteranno e risuonerà il loro grido di scherno: “Dov’è la vostra fede? Perché Dio non vi libera dalle nostre mani se voi siete il suo popolo?” Ma i santi ricorderanno Gesù morente sulla croce del Calvario e gli scherni dei sommi sacerdoti e dei capi: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Da che è il re d’Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui”.
Matteo 27:42. Come Giacobbe, essi lotteranno con Dio. Il pallore dei loro volti rivelerà la loro lotta interiore ma essi continueranno a pregare con fervore.
Se gli uomini potessero vedere con gli occhi dello spirito, scorgerebbero schiere di angeli accampati intorno a coloro che sono rimasti fedeli alle promesse del Cristo. Con tenera simpatia questi angeli vedono la loro angoscia e odono le loro preghiere. Essi aspettano l’ordine del loro Capo per strapparli dal pericolo. Ma devono aspettare ancora un po’ perché il popolo di Dio deve bere il calice di Gesù ed essere battezzato del suo battesimo. Il ritardo stesso, anche se doloroso, è la migliore risposta alle loro invocazioni. Mentre il popolo di Dio aspetta fiducioso l’intervento del Signore, dovrà sviluppare la fede, la speranza e la pazienza forse poco esercitate nel corso della sua precedente esperienza religiosa. Ma per amore degli eletti, il “tempo di distretta” sarà abbreviato. “E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui…? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia…” Luca 18:7, 8. La fine verrà più rapidamente di quanto gli uomini si aspettino. Il buon grano sarà raccolto, legato in covoni per il granaio di Dio; mentre le zizzanie, legate in fasci, saranno gettate nel fuoco per essere distrutte.
Le sentinelle celesti, fedeli al loro incarico, continueranno a vegliare.
Sebbene un decreto abbia fissato il tempo a partire dal quale gli osservatori dei comandamenti potranno essere giustiziati, i loro nemici vorranno anticiparne l’esecuzione cercando di toglier loro la vita prima di quella data. Nessuno, però, potrà forzare il cordone di sentinelle poste intorno ai fedeli. Alcuni verranno assaliti mentre fuggiranno dalle città e dai villaggi, ma le spade sguainate contro di loro si spezzeranno e cadranno come fili di paglia. Altri saranno difesi da angeli vestiti da guerrieri.
In ogni epoca Dio ha inviato i suoi angeli a soccorrere i suoi figli. Gli esseri celesti si sono impegnati attivamente negli affari umani. Si sono presentati in abiti splendenti come il fulmine; sono apparsi in forma umana a uomini di Dio; si sono avvicinati come semplici viandanti; si sono riposati sotto le querce a mezzogiorno come se fossero stanchi; hanno accettato l’ospitalità degli uomini; hanno fatto da guida a chi aveva smarrito la strada; hanno acceso con le loro mani il fuoco sull’altare; hanno aperto le porte del carcere per liberare i figli di Dio; rivestiti di gloria celeste hanno rotolato la pietra del sepolcro del Salvatore.
Gli angeli, in forma umana, spesso sono presenti nelle assemblee dei giusti, ma anche in quelle degli empi, come fecero quando si recarono a Sodoma, per prendere atto del loro modo di vivere e stabilire se avessero oltrepassato i limiti della pazienza di Dio. Nella sua misericordia e per amore dei pochi che realmente gli sono fedeli, il Signore impedisce il verificarsi delle calamità e8 assicura la tranquillità a milioni di persone. I peccatori non si rendono conto di essere debitori della loro vita proprio a quei pochi fedeli che essi amano deridere e opprimere.
Sebbene i grandi di questo mondo non se ne siano accorti, spesso nelle loro assemblee gli angeli hanno preso la parola. Occhi umani li hanno visti; orecchie umane hanno udito i loro appelli; labbra umane si sono opposte ai loro suggerimenti e hanno messo in ridicolo i loro consigli; mani umane li hanno perfino maltrattati. Nelle assemblee nazionali e nei tribunali, questi messaggeri celesti hanno dimostrato di possedere una profonda conoscenza della storia dell’uomo e di poter sostenere la causa degli oppressi meglio dei loro più eloquenti difensori. Hanno impedito l’attuazione di progetti, frenato il male che avrebbe notevolmente ritardato l’opera di Dio e provocato molte sofferenze al suo popolo. Nel momento del pericolo e delle difficoltà, “L’Angelo dell’Eterno s’accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera”. Salmi 34:7.
Impazienti, i figli di Dio aspettano i segni della venuta del loro Re. Quando a una sentinella viene chiesto: “…Sentinella, a che punto è la notte?…” Essa risponde: “…Vien la mattina, e vien anche la notte…” Isaia 21:11, 12. La luce inizia già a spuntare oltre le nubi che avvolgono le cime dei monti. Presto si manifesterà la gloria del Sole di giustizia. Il mattino e la notte sono entrambi imminenti: sarà l’inizio di un giorno senza fine per i giusti e di una notte eterna per gli empi.
Mentre coloro che lottano rivolgono le loro richieste a Dio, il velo che li separa dall’invisibile sembra sollevarsi. Il cielo è illuminato dall’alba di un giorno eterno e, simili alla melodia di un canto angelico, risuonano alle orecchie le parole: “Rimanete fedeli: l’aiuto viene!” Gesù Cristo l’onnipotente vincitore, porgerà ai suoi soldati stanchi una corona di gloria immortale e la sua voce, giungendo attraverso le porte del cielo, annuncerà: “Ecco, io sono con voi. Non temete: io conosco tutte le vostre sofferenze; io ho sopportato i vostri dolori; ho vinto i vostri nemici, perché ho già combattuto per voi e nel mio nome voi siete più che vincitori!” Il Salvatore ci soccorrerà proprio quando ne avremo bisogno. La via che conduce al cielo è sacra grazie alle impronte dei suoi passi. Ogni spina che ferisce i nostri piedi ha ferito i suoi; ogni croce che siamo chiamati a portare, l’ha portata prima di noi. Il Signore permette la lotta per prepararci alla pace. Il “tempo di distretta” rappresenterà una prova terribile per il popolo di Dio; però sarà anche, per ogni vero credente, un’occasione per guardare in alto e vedersi, per fede, avvolto dall’arcobaleno delle promesse divine.
“E i riscattati dell’Eterno torneranno, verranno con canti di gioia a Sion, e un’allegrezza eterna coronerà il loro capo; otterranno letizia, allegrezza, il dolore e il gemito fuggiranno. Io, io son colui che vi consola; chi sei tu che tu tema l’uomo che deve morire, e il figliuol dell’uomo che passerà com’erba; che tu dimentichi l’Eterno, che t’ha fatto… che tu tremi continuamente… dinanzi al furore dell’oppressore, quando s’appresta a distruggere? E dov’è dunque il furore dell’oppressore? Colui ch’è curvo nei ceppi sarà bentosto liberato; non morrà nella fossa, e non gli mancherà il pane. Poiché io sono l’Eterno, il tuo Dio, che solleva il mare, e ne fa muggir le onde; il cui nome è: l’Eterno degli eserciti. Ed io ho messo le mie parole nella tua bocca, e t’ho coperto con l’ombra della mia mano…” Isaia 51:11-16.
“Perciò, ascolta or questo, o infelice, ed ebbra. ma non di vino! Così parla il tuo Signore, l’Eterno, il tuo Dio, che difende la causa del suo popolo: Ecco, io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, il calice, la coppa del mio furore; tu non la berrai più! lo la metterò in mano de’ tuoi persecutori, che dicevano all’anima tua: “Chinati, che ti passiamo addosso!” e tu facevi del tuo dosso un suolo, una strada per i passanti!” Isaia 51:21-23.
Guardando attraverso i secoli, Dio ha visto la crisi che il suo popolo dovrà affrontare quando le potenze terrene si coalizzeranno contro di lui. Simili a deportati, i figli di Dio rischieranno di morire a causa della fame o della violenza. Ma colui che aprì il mar Rosso davanti a Israele, manifesterà la sua potenza e porrà fine alla loro schiavitù. “Essi saranno, nel giorno ch’io preparo, saranno la mia proprietà particolare, dice l’Eterno degli eserciti; e io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve”. Malachia 3:17. Se il sangue dei fedeli testimoni del Cristo fosse sparso in quel momento, esso non sarebbe, come invece lo fu il sangue dei martiri, il seme di un raccolto alla gloria di Dio.
La loro fedeltà non sarebbe una testimonianza intesa a convincere gli altri della verità, perché il cuore indurito ha respinto gli appelli della misericordia, per cui essi non si fanno più udire. Se i giusti fossero lasciati in balìa dei loro nemici, il principe delle tenebre trionferebbe. Dice il salmista: “Poich’egli mi nasconderà nella sua tenda nel giorno dell’avversità, m’occulterà nel luogo più segreto del suo padiglione…” Salmi 27:5. Il Cristo esorta: “Va’, o mio popolo, entra nelle tue camere, chiudi le tue porte dietro a te; nasconditi per un istante, finché sia passata l’indignazione. Poiché, ecco, l’Eterno esce dalla sua dimora per punire l’iniquità degli abitanti della terra…” Isaia 26:20, 21. La liberazione di coloro che hanno pazientemente atteso la sua venuta e i cui nomi sono scritti nel libro della vita sarà gloriosa.