Dovremmo festeggiare il Natale?

Albero addobbato, regali, grandi celebrazioni… sì o no? Tanti credenti si fanno delle domande in questo periodo. Il desiderio è quello di accogliere il senso profondo del messaggio evangelico, oltre il semplice folclore. La risposta potrebbe sorprenderci.

William Fagal – Cosa consigliava Ellen G. White (la co-fondatrice della Chiesa avventista, ndt) riguardo all’osservanza del Natale? Considerando il suo dono profetico, oggi sono in molti ad aspettarsi che Ellen G. White evitasse questa festività; riconducono l’istituzione del Natale alla Chiesa cattolica, risalendo al paganesimo che avrebbe dato origine alla data del 25 dicembre e ad altre consuetudini. Non trovano alcuna istruzione o esempio biblico per celebrare la nascita di Gesù e pensano che rifletta o onori poco il Maestro nelle tradizionali feste natalizie.

Ellen G. White era consapevole di queste preoccupazioni, ma non la portarono a rifiutare il Natale. Sebbene riconoscesse che “la Bibbia non indica il tempo preciso”[1] della nascita di Gesù e che “non c’è nessuna santità divina riguardo al 25 dicembre”,[2] non esortò a ignorare la giornata. Al contrario, affermò che “si può approfittare di questa occasione per fare realmente del bene”[3] e incoraggiò i genitori a orientare “i pensieri dei figli verso Dio, al quale essi devono portare le loro offerte in vista della salvezza degli uomini”.[4]

“Arriva il Natale” scrisse Ellen G. White “Possa ciascuno di voi avere saggezza per renderlo un periodo prezioso. Che i membri più anziani della chiesa si uniscano, cuore e anima, ai loro figli in divertimenti e svaghi innocenti, nell’individuare la via e il modo di mostrare rispetto vero per Gesù, portando a lui doni e offerte. Che tutti ricordino le promesse divine, perché la sua causa non può prosperare senza il vostro aiuto. I doni che in genere avete dedicato gli uni agli altri siano posti nel tesoro del Signore”.[5]

Scambiarsi i regali?
Significa, allora, che non dovremmo farci regali a vicenda? Non necessariamente. “Fratelli e sorelle, mentre pensate ai regali da farvi, vorrei ricordarvi il nostro Amico celeste, perché non ignoriate le sue promesse. Non sarà contento se mostriamo che lo abbiamo dimenticato?”.[6] Ellen White scorgeva un proposito in entrambi i tipi di dono: quello che riconosce la famiglia e gli amici, e quello che celebra il nostro Salvatore. “È giusto donarsi a vicenda segni di amore e ricordo, senza che ci scordiamo di Dio, il nostro migliore amico”.[7]

I regali che ci scambiamo dovrebbero essere utili e costruttivi. “Dovremmo scegliere doni che procurino un reale beneficio a chi li riceve. Consiglio di regalare libri che aiutino a comprendere la Parola di Dio o accrescano il nostro amore per i suoi insegnamenti”.[8] Anche altri tipi di regali, scelti con cura, possono fare del bene a chi li riceve.

La visione di Ellen G. White riguardo ai doni natalizi è chiaramente un superamento delle tradizioni: mette Gesù al primo posto. Se ciò comporta un ridimensionamento dei doni reciproci per poter destinare delle risorse dove Dio desidera, ne saremo più fortificati, e anche più felici, per averlo fatto. “Venite, fratelli e sorelle, venite con i vostri bambini, anche con i neonati tra le braccia, e portate le vostre offerte a Dio secondo le vostre possibilità. Intonate un canto per lui nei vostri cuori e la sua lode sia sulle vostre labbra”.[9]

Un insegnamento per i bambini
I bimbi rimarranno delusi se introduciamo dei cambiamenti simili? Ellen G. White, madre saggia ed esperta, aveva riflettuto su questo punto. “Molte cose possono essere ideate con gusto e costare molto meno dei regali inutili che tanto spesso consegniamo ai nostri bambini e parenti; in questo modo si può esprimere cortesia e portare felicità in casa”.

“Potete offrire una lezione ai vostri bambini: mentre gli spiegate il motivo per cui avete riconsiderato il valore dei loro regali, ditegli che siete convinti di aver pensato finora al loro piacere più che alla gloria di Dio. Raccontategli che avete badato più al vostro divertimento, alla loro gratificazione e a essere in armonia con le usanze e le tradizioni del mondo, facendo regali a chi non ne aveva bisogno, anziché a sostenere la causa di Dio.”

“Come i saggi di un tempo, potete offrire a Dio i vostri migliori regali e dimostrare con le vostre offerte che apprezzate il suo dono per un mondo appesantito dal peccato. Accompagnate i pensieri dei vostri bambini su un sentiero nuovo e disinteressato, invitandoli a presentare offerte a Dio per il dono del suo Figlio unigenito”.[10]

L’albero di Natale
Ellen G. White non proibì l’albero di Natale anzi, consigliò di metterne uno in chiesa e di addobbarlo con “decorazioni” speciali. Quando molte delle nostre comunità faticavano ad avere un edificio in cui riunirsi, White scrisse: “Dio sarebbe molto contento se a Natale ogni chiesa avesse un albero natalizio su cui appendere offerte, grandi e piccole, per questi luoghi di culto… i suoi rami siano carichi dei frutti d’oro e d’argento della vostra beneficenza, e presentatelo a Dio come regalo di Natale. Le vostre donazioni siano

Il principio può applicarsi anche ad altri aspetti dell’opera del Signore, come il servizio verso chi ha bisogno. “Le celebrazioni di Natale e Capodanno possono e dovrebbero essere tenute in favore di chi è in difficoltà. Dio è glorificato quando doniamo per aiutare coloro che hanno grandi famiglie da sostenere”.[12]

Alcuni potrebbero chiedersi: “Non è forse proibito l’albero di Natale secondo Geremia 10:1-5, che si pronuncia contro il taglio di un legno e la sua decorazione con oro e argento?”. Il versetto 3 si riferisce a chi prende l’ascia per abbattere l’albero come un “operaio”, traduzione di una parola ebraica che significa “artefice, incisore”.
Questo testo biblico riguarda la realizzazione di un idolo che non può camminare né parlare, che deve essere trasportato e non deve essere temuto (v. 5). Si tratta di falsi dei, non di alberi natalizi.

Come possiamo celebrare al meglio il Natale? Ellen White ci sprona a mettere al centro il nostro Signore, riservandogli i nostri migliori doni. Saremo benedetti quando lo osserveremo in questo modo.

Note
[1] E.G. White, The Adventist Home, Nashville: Southern Pub. Assn, 1952, p. 477.
[2] E. G. White, Review and Herald, 9 dicembre 1884.
[3] E. G. White, The Adventist Home, p. 478.
[4] Ibidem.
[5] E. G. White, Review and Herald, 9 dicembre 1884.
[6] E. G. White, The Adventist Home, p. 480.
[7] Ivi, p. 479.
[8] Ibidem.
[9] Ivi, p. 480.
[10] Ivi, p. 481.
[11] Ivi., p. 482.
[12] Ibidem.
[Fonte: adventistreview.org. Traduzione: Veronica Addazio] 

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