Nigeria. Liberati i dieci studenti avventisti rapiti

I sopravvissuti raccontano l’esperienza vissuta. Le preghiere e l’impegno della comunità hanno portato al loro rilascio.

Notizie Avventiste – Sono stati liberati lo scorso 18 aprile i dieci studenti avventisti rapiti due giorni prima da uomini armati, lungo la strada Benin-Okada nello stato di Edo, nel sud della Nigeria. I ragazzi erano partiti il 16 aprile da Port Harcourt, diretti all’Università Babcock per partecipare al congresso nazionale dei giovani (GYC) della denominazione in Africa. A un certo punto, un gruppo di uomini armati ha teso loro un’imboscata.

Nel pulmino viaggiava anche Augustin Jika Oka, segretario del GYC (Generation. Youth. Christ) in Africa occidentale. Racconta così l’accaduto: “Cantavamo e parlavamo mentre eravamo nell’autobus. A un certo punto abbiamo smesso e pochi minuti dopo abbiamo sentito degli spari a destra e a sinistra. Ci siamo sdraiati nell’autobus. Alcuni uomini sono venuti e ci hanno chiesto di scendere con i nostri bagagli a mano”.
“Eravamo in 18” continua Oka “e quando hanno scoperto che alcuni di noi erano feriti, hanno detto all’autista di portarli in ospedale. Siamo rimasti in dieci. I rapitori erano sette e hanno chiesto a uno di loro di andare a prendersi cura delle mucche”.

Come in un film
“Sembrava di essere in un film” è l’impressione della studentessa che era seduta vicino a uno dei feriti sul pulmino.
“Poteva succedere a me” ricorda “Avevo il suo sangue addosso, ma non riuscivo a fare niente”.
Lo studente ferito è ora ricoverato nell’ospedale dell’Università Babcock e le sue condizioni sono stabili. Anche un agente di polizia, che ha riportato ferite durante le operazioni di soccorso, è in fase di ripresa.

I dieci ostaggi sono stati condotti nella foresta, costretti a camminare a piedi nudi per oltre 40 ore, ad attraversare diversi fiumi e a sopravvivere mangiando manghi e cacao, e bevendo acqua non potabile. ” A un certo punto abbiamo pensato che saremmo svenuti” dice David Jonathan Jr., direttore di Public Campus Ministry (PCM), “Ma Dio ha mandato la pioggia per darci più forza. Ci ha fornito acqua e i frutti del mango”.

Augustin Jika racconta, con le lacrime agli occhi, quanto si sia sentito vulnerabile.
“Uno dei momenti più devastanti è stato quando il mio amico Solomon, con il quale studiavo la Bibbia, è stato picchiato e quasi ucciso. Non era nemmeno previsto che fosse lì. Non l’avevo invitato direttamente al GYC, ma aveva visto i post che condividevo online e mi aveva detto: ‘Mi piace la vostra chiesa. Voglio avvicinarmi a Gesù, forse inizierò con il GYC’. È così è venuto in viaggio con noi”.

Secondo i racconti, quando Solomon Chimbiko ha rischiato di annegare mentre attraversava un fiume, ha guardato Augustin e ha chiesto ripetutamente: “Ce la faremo a uscirne vivi?”. Il suo amico gli ha risposto ogni volta: “Sì, perché credo in Dio”.

La testimonianza di Solomon
Chimbiko ha riconosciuto il miracolo di Dio in un’esperienza che lo ha trasformato.
“Nella mia ricerca della verità, ho deciso di intraprendere questo viaggio. Mentre cantavamo, ho pensato che sarebbe stato tutto bello”. Poi è arrivato l’incubo. “Ci hanno imbarcato nel viaggio più lungo che abbia mai fatto in vita mia. Abbiamo dovuto buttare via le nostre cose solo per sopravvivere. Un uomo dall’aria arrabbiata mi ha puntato contro la pistola tre volte. È stato traumatizzante. Siamo arrivati a un certo campo dove ci hanno bendato. In quel momento, niente poteva aiutarci. Solo Dio poteva salvarci. E lo ha fatto. È stato un momento di risveglio per me”.

Fede e preghiere
Alcuni di loro hanno affermato che l’esperienza, pur terribile, ha reso più profonda la loro fede e la fiducia nella provvidenza divina. Altri, ancora sconvolti, non sono riusciti a dire una parola. Il rilascio dei rapiti è un immenso sollievo, ma i responsabili sono ancora liberi.

I dirigenti dei vari livelli della Chiesa avventista, in Nigeria e in Africa occidentale, concordano nel riconoscere l’intervento di Dio che ha esaudito le numerose preghiere e nel ringraziarlo per questo.
“Il Signore ha anche usato l’impegno della polizia nigeriana, del 3° battaglione dell’esercito, così come dei cacciatori locali di Warri e dei vigilanti che hanno avuto un ruolo fondamentale nell’assicurare il rilascio degli ostaggi” evidenzia Okey Onwugbonu, direttore delle Comunicazioni presso la Missione avventista.

Il GYC Africa, tenutosi dal 17 al 21 aprile nella Babcock University, si è concluso con successo. La notizia del rilascio degli studenti ha portato immenso sollievo e festeggiamenti tra i partecipanti, dando un finale di speranza.
I dirigenti della Chiesa sono ora concentrati sul recupero emotivo e psicologico degli studenti liberati, ma rimane il grande problema dell’insicurezza in Nigeria.
Di recente, un pastore ha rivelato che, nella sua chiesa, 44 dei 100 membri sono nelle mani di rapitori, nella parte settentrionale del Paese.

Secondo l’Ufficio nazionale di statistica, da maggio 2023 ad aprile 2024, oltre 614.000 nigeriani sono stati uccisi e più di 2,2 milioni rapiti. I dati di HumAngle Tracker rivelano che nel primo trimestre del 2025, 1.420 persone sono state uccise e 537 rapite.

Nonostante questa realtà, la Chiesa avventista in Nigeria rimane salda nella preghiera, nella missione e nell’attività comunitaria, confidando in Dio, nella sua continua protezione e guida.

[Foto e fonte: ANN

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