
Come possiamo riconoscere le violazioni della dignità e il loro impatto sulla vita quotidiana?
Genia Ruscu – Dignità è una parola potente, che evoca un valore umano fondamentale; sebbene intangibile, gioca un ruolo cruciale nella vita quotidiana. Per capire quando la nostra dignità è violata, dobbiamo prima comprenderne il significato e i diritti che la proteggono. Soprattutto, è essenziale riconoscere che la dignità di ogni persona è inviolabile, tutelata sia dalle Costituzioni che dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Un valore umano intrinseco
Nell’antichità, il diritto alla dignità era spesso interpretato in chiave meritocratica. Oggi, è compreso in un contesto democratico in cui tutte le persone, non solo coloro che hanno privilegi o successo, hanno il diritto di essere trattate con dignità. Da una prospettiva cristiana, gli esseri umani sono le uniche creature sulla terra che riflettono l’immagine di Dio (Imago Dei), il che li rende intrinsecamente dignitosi. Anche i movimenti filosofici, emersi dopo il XVII, secolo affermano il valore assoluto di ogni essere umano. Tuttavia, diversamente dalle prospettive religiose, la filosofia attribuisce la dignità umana all’autonomia razionale, una qualità innata conferita dalla natura, piuttosto che dalla divinità.
Il filosofo Immanuel Kant, per esempio, descrisse la dignità come un valore intrinseco della specie umana, appartenente agli individui indipendentemente dai meriti personali o dall’estrazione sociale. La sua reinterpretazione laica del concetto cristiano di dignità è sopravvissuta, plasmando campi contemporanei come il diritto, la politica e l’etica, fondati su principi universali ed egualitari.
Dignità nella vita quotidiana
Nel libro The art of the good life (l’arte di vivere bene), Rolf Dobelli definisce la dignità come “un’area nettamente delineata della mia vita che comprende tutto ciò che non è negoziabile. Contiene preferenze e principi che non necessitano di giustificazioni”.[1] Pertanto, nelle nostre interazioni quotidiane, la dignità riflette l’essenza dell’essere umano: avere autocontrollo, rimanere fedele alle proprie convinzioni e ai propri valori, e trattare gli altri con onore, indipendentemente dal loro ambiente o dalle loro affiliazioni. Serve anche come misura di integrità all’interno di una comunità, radicata nell’onestà, nella reciprocità e nel rispetto.
La dignità, quindi, è un valore intrinseco, qualcosa su cui non si può scendere a compromessi. È strettamente legata alla libertà di pensiero e di coscienza, e rifiuta, in quanto inaccettabili, azioni come inganno, insulti, danni, ingiustizia, diffamazione, negligenza o prevaricazione.
Dignità in famiglia
Nell’ambito della vita familiare, la dignità è uno dei pilastri fondamentali che sostengono le relazioni armoniose. In sostanza, la dignità riguarda il rispetto di sé e degli altri. Onorare la dignità, l’individualità e la capacità di fare le proprie scelte è essenziale affinché l’amore cresca in modo equilibrato, appagante e significativo nella coppia.
Purtroppo, il matrimonio può a volte trasformarsi da rifugio sicuro, come era stato concepito, a contesto di incertezza e disagio. L’alto tasso di divorzi a livello globale testimonia come le buone intenzioni iniziali spesso svaniscano nel tempo, lasciando i coniugi con la sensazione di essere estranei che si infliggono a vicenda ferite emotive.
Una delle violazioni più gravi della dignità all’interno di una famiglia è la violenza domestica, che può assumere molteplici forme: verbale, psicologica, fisica, sessuale, finanziaria, sociale, spirituale o persino digitale. Il filo conduttore di questi comportamenti distruttivi è il trattamento degradante, umiliante e restrittivo inflitto alla vittima, che l’altro membro violento della coppia ritiene indegna di rispetto. Col tempo, le vittime spesso si condizionano ad accettare i maltrattamenti, interiorizzando la convinzione di meritarli e questo porta a una profonda perdita di autostima; ci si considera immeritevoli di amore, sostegno e comprensione. In questi casi, un intervento specializzato è fondamentale per aiutare a ricostruire la fiducia della vittima e riaffermare il suo diritto alla felicità.
Esistono anche altri modi, più sottili, in cui la dignità è minata all’interno di una famiglia, influenzando i rapporti tra coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle e membri della famiglia allargata. Tra questi, situazioni in cui un membro della famiglia si sente non riconosciuto, sottovalutato o messo a tacere, che si tratti di un fratello o di una sorella oggetto di favoritismi, di un parente anziano ignorato e trascurato, o di un adolescente trattato come un bambino, con la sua autonomia e capacità decisionali sminuite.
Dignità sul posto di lavoro
Il posto di lavoro è un altro ambiente in cui si può abusare del potere; spesso si manifesta con comportamenti aggressivi, intimidatori o sprezzanti nei confronti dei subordinati. Può comprendere una serie di azioni ostili che non solo minacciano la capacità dei dipendenti di svolgere il proprio compito, ma erodono anche il clima lavorativo generale. Che tali problemi emergano nelle relazioni gerarchiche o tra pari, la violazione della dignità – una forma insidiosa di molestie sul posto di lavoro – ha un impatto diretto sulla produttività. I dipendenti sottoposti a tale trattamento possono demotivarsi, perdere la concentrazione o disimpegnarsi dal perseguire l’eccellenza.
Oltre alle difficoltà professionali, le vittime di molestie sul posto di lavoro soffrono spesso di disturbi legati allo stress, tra cui ansia, depressione, calo di autostima, sensi di colpa e insonnia. Molti, alla fine, scelgono di lasciare l’impiego nel tentativo di eliminare la fonte del loro disagio. Se questi comportamenti diventano parte integrante della cultura aziendale, anche le organizzazioni stesse ne subiscono le conseguenze. Gli abusi non colpiscono solo i singoli individui, ma anche il fatturato, la reputazione e l’immagine pubblica dell’impresa.
Sebbene discutere di queste questioni possa sembrare rischioso, soprattutto quando le vittime temono di essere ignorate o addirittura incolpate da coloro che gestiscono la cattiva condotta sul posto di lavoro, il silenzio non è una soluzione. Per quanto sia difficile, portare alla luce tali situazioni è una linea d’azione valida e necessaria per chi subisce maltrattamenti. Invece di rimanere in silenzio, le vittime che documentano le proprie esperienze, raccolgono prove concrete e cercano un soccorso legale possono svolgere un ruolo cruciale nel contestare – e, in definitiva, smantellare – la normalizzazione degli abusi sul posto di lavoro.
Altri aspetti della dignità
Le violazioni della dignità possono verificarsi anche a livello istituzionale, quando organizzazioni pubbliche o private violano i diritti fondamentali, come quelli dei pazienti, delle persone con disabilità o delle minoranze. Anche i media non sono esenti; in nome della libertà di parola e dell’incessante ricerca del sensazionalismo, la rappresentazione di alcune figure pubbliche, e persino di privati cittadini, spesso manca di ritegno etico. Casi di disprezzo per la dignità si possono riscontrare anche nelle interazioni quotidiane, che si tratti del traffico, di un negozio o di un incontro di routine tra genitori e insegnanti, dove le divergenze di opinione superano i limiti della civiltà.
Naturalmente, la violazione della dignità può manifestarsi anche in relazione a se stessi, spesso legata a bassa autostima, sensi di colpa o negazione del proprio valore. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che le prime persone di cui dobbiamo rispettare la dignità siamo proprio noi stessi.
La frequenza degli episodi di violazione della dignità, più o meno gravi, visibili o sensibili, e la tendenza a ignorarli a causa della passività di coloro che ne sono direttamente colpiti, che scelgono di non parlare apertamente delle proprie esperienze o di ricorrere alle vie legali quando necessario, contribuiscono a perpetuare l’idea che la dignità sia qualcosa di relativo e soggettivo, con confini flessibili e un’elevata tolleranza alla frustrazione.
In realtà, per quanto possa sembrare astratto, complesso o ambiguo, la dignità è un diritto universale, che deve essere sia richiesto che concesso. È il riconoscimento di ogni individuo come unico, prezioso e capace di crescere, insieme all’aspettativa di essere trattato di conseguenza. Si estende oltre quanto semplicemente affermato nei regolamenti ufficiali; al suo centro, si tratta di dare valore alla vita stessa e al suo Creatore.
Nota
[1] R. Dobelli, Art of the Good Life: Clear Thinking for Business and a Better Life, Hodder & Stoughton, Berlino, 2017, p. 103.
[Fonte: st.network / Tradotto da Veronica Addazio]
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La voce Preservare la dignità. La chiave della libertà personale è stata pubblicata per la prima volta su HopeMedia Italia.