Capitolo 28 - La fase istruttoria del giudizio - Parte 02

La fase istruttoria del giudizio e la cancellazione dei peccati avverranno prima del secondo avvento del Signore. Se i morti devono essere giudicati secondo ciò che è scritto nei libri è impossibile che i peccati degli uomini possano essere cancellati prima che i loro casi siano stati esaminati.
L’apostolo Pietro afferma chiaramente che i peccati dei credenti saranno cancellati “affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di refrigerio e ch’Egli vi mandi il Cristo…” Atti 3:19, 20. Concluso il giudizio investigativo, il Cristo verrà offrendo il premio da dare “secondo l’opera di ciascuno”. 1 Pietro 1:17.
Come nel servizio cerimoniale del santuario terrestre il sommo sacerdote, dopo avere fatto l’espiazione per Israele, usciva dal santuario per benedire il popolo, così il Cristo, alla fine della sua opera di Mediatore, apparirà “senza peccato a quelli che l’aspettano per la loro salvezza”. Ebrei 9:28. Il sacerdote, rimuovendo i peccati dal santuario, li confessava sul capo del capro espiatorio; nello stesso modo Gesù deporrà tutti questi peccati su Satana, autore e istigatore del male. Il capro espiatorio, caricato dei peccati d’Israele, veniva mandato “in terra solitaria” (Levitico 16:22); così Satana, portando la colpa di tutti i peccati commessi dal popolo di Dio, su sua istigazione, sarà confinato per mille anni sulla terra desolata, priva di abitanti, per poi subire alla fine la punizione definitiva per il peccato nel fuoco che distruggerà tutti i malvagi. Il piano della redenzione si adempirà così con l’eliminazione definitiva del peccato e con la liberazione di tutti coloro che hanno volontariamente rinunciato al male.
All’epoca indicata per il giudizio, la fine dei 2.300 giorni, nel 1844, iniziò l’opera di inchiesta e di cancellazione dei peccati. Tutti coloro che si dichiarano cristiani devono sottostare a questo esame minuzioso. I vivi e i4 morti saranno giudicati “dalle cose scritte nei libri, secondo le opere loro”.
Apocalisse 20:12.
I peccati di cui non ci si è pentiti e che non sono stati abbandonati, non verranno né perdonati né cancellati dal libro delle memorie, ma testimonieranno contro il peccatore nel giorno di Dio. Sia che l’uomo abbia peccato alla luce del giorno o nelle tenebre della notte, tutto è chiaro agli occhi di colui a cui dobbiamo rendere conto. Gli angeli di Dio, testimoni di ogni peccato, li hanno annotati scrupolosamente nel registro. Il peccato può essere negato, nascosto al padre, alla madre, alla moglie, ai figli, agli amici; il colpevole può essere il solo a conoscere il suo errore, ma esso è noto agli angeli. Le tenebre della notte più buia, i misteri più impenetrabili, gli inganni più sottili non sono sufficienti a nascondere un solo pensiero alla conoscenza dell’Eterno.
Dio tiene conto di ogni atto falso e di ogni procedimento ingiusto. Egli non si lascia ingannare da un’apparente religiosità e non sbaglia nella valutazione del carattere. Gli uomini possono essere ingannati da chi è corrotto, ma Dio squarcia ogni velo e legge nell’intimo.
Come è importante rendersi conto che giorno dopo giorno, tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo è scritto nei registri del cielo! Una volta pronunciata una parola o commesso un atto, non possono essere più ritrattati.
Gli angeli prendono nota sia del bene sia del male e neppure l’uomo più importante della terra può annullare le azioni di un giorno soltanto. I nostri atti, le nostre parole e perfino le nostre intenzioni più segrete contribuiscono a stabilire il nostro destino in vista della felicità o della sventura. Anche se noi li dimentichiamo, testimonieranno o in favore della nostra giustificazione o per la nostra condanna.
Come i lineamenti del volto sono fedelmente riprodotti sulla pellicola del fotografo, così il carattere è descritto accuratamente nei libri del cielo..
Eppure ci si preoccupa ben poco del fatto che queste azioni siano note agli esseri celesti! Se il velo che separa il mondo visibile da quello invisibile potesse essere sollevato e i figli degli uomini potessero vedere l’angelo che prende nota di ogni parola e di ogni azione di cui dovranno rendere conto nel giorno del giudizio, quante parole non verrebbero pronunciate e quante azioni non sarebbero compiute! Nel giudizio sarà esaminato con cura l’uso di ogni talento. Come abbiamo utilizzato il capitale che Dio ci ha prestato? Il Signore, al suo ritorno, lo riceverà con gli interessi? Abbiamo fatto fruttare, alla gloria di Dio e per il bene del prossimo, le possibilità manuali, affettive e intellettuali che ci sono state affidate? Che uso abbiamo fatto del nostro tempo, della nostra penna, della nostra voce, del nostro denaro e del nostro influsso? Che cosa abbiamo fatto per il Cristo nella persona del povero, dell’afflitto, dell’orfano e della vedova? Dio ci ha affidato la sua Parola: che cosa abbiamo fatto della conoscenza e della verità che ci sono state trasmesse in vista della salvezza dell’umanità? Nessun valore può essere attribuito a una semplice professione di fede in Gesù, solo l’amore che si manifesta con le opere è considerato autentico.
Agli occhi del cielo, soltanto l’amore dà valore ai nostri atti. Tutto ciò che si fa per amore, anche se modesto agli occhi degli uomini, è accettato e premiato da Dio.
L’egoismo segreto del cuore umano è messo in evidenza nei libri del cielo. In essi figura la lista dei doveri non assolti sia in favore del prossimo sia nei confronti del Salvatore. Da essi risulterà quante volte sono stati offerti a Satana il tempo, il pensiero, le forze che appartenevano a Gesù. È una triste documentazione quella che gli angeli raccolgono. Esseri intelligenti, che si professano discepoli di Gesù, sono vittime del desiderio di accumulare beni terreni e di godere piaceri mondani. Il denaro, il tempo, le forze, tutto è sacrificato al lusso e al soddisfacimento dei propri capricci; mentre ben pochi sono i momenti dedicati alla preghiera, allo studio delle Scritture, a un umile esame di coscienza, alla confessione dei peccati.
Satana inventa molti pretesti per occupare le nostre menti e impedire che si soffermino su ciò che dovrebbe interessarci di più. Il grande seduttore odia le gloriose verità che mettono in evidenza un sacrificio espiatorio e un Mediatore onnipotente, perché sa che per lui tutto dipende dal fatto di riuscire a distogliere le menti degli uomini da Gesù e dalla sua verità.
Coloro che desiderano godere dei benefici della mediazione del Salvatore, non dovrebbero permettere che nulla li distolga dal dovere di raggiungere la perfetta santità nel timore di Dio. Le ore più preziose invece di dedicarle ai piaceri, al lusso o alla ricerca del guadagno, dovrebbero essere consacrate alla preghiera e allo studio costante della Parola di verità. Il popolo di Dio dovrebbe comprendere chiaramente il soggetto del santuario e del giudizio investigativo. Tutti hanno bisogno di conoscere personalmente la posizione e l’opera del loro grande Sommo Sacerdote. Diversamente, non potranno esercitare quella fede indispensabile per la nostra epoca od occupare la posizione loro assegnata da Dio. Ognuno può salvarsi o perdersi. Ognuno ha una vertenza aperta presso il tribunale di Dio. Ognuno dovrà incontrarsi faccia a faccia con il grande Giudice. È quindi importante contemplare sempre più spesso la solenne scena del giudizio, quando i libri saranno aperti e quando, con Daniele, ognuno si alzerà “per ricevere” la sua parte d’eredità “alla fine de’ giorni”.
Tutti coloro che hanno una chiara conoscenza di questi soggetti devono testimoniare delle grandi verità che Dio ha loro affidate. Il santuario celeste è il centro dell’opera del Cristo in favore degli uomini. Esso riguarda ogni uomo sulla terra; ci presenta il piano della redenzione, ci conduce alla fine dei tempi e ci rivela il trionfante epilogo del conflitto fra la giustizia e il6 peccato. Tutti devono studiare a fondo questi soggetti e saper rispondere a chi chiede spiegazioni sulla loro speranza.
L’intercessione del Cristo in favore dell’uomo nel santuario celeste è indispensabile per il piano della salvezza, come lo è stata la sua morte sulla croce.
Dopo la risurrezione, Gesù andò a completare in cielo l’opera iniziata sulla croce. Noi, per fede, dobbiamo penetrare al di là del velo “…dove Gesù è entrato per noi qual precursore…” Ebrei 6:20. E là che si riflette la luce della croce del Calvario; è là che possiamo avere una visione più chiara del mistero della redenzione. La salvezza dell’uomo è stata compiuta a un prezzo inestimabile per il cielo e il sacrificio soddisfa le più elevate esigenze della legge di Dio che era stata infranta. Gesù ci ha aperto la via che conduce al trono del Padre e tramite la sua mediazione può essere presentato a Dio ogni sincero desiderio espresso da coloro che si rivolgono a lui con fede.
“Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia”. Proverbi 28:13. Se coloro che nascondono e scusano le proprie colpe potessero vedere come Satana esulta e come schernisce il Cristo e i suoi angeli per questa ragione, si affretterebbero a confessare i propri peccati e ad abbandonarli. Attraverso i difetti di carattere, Satana cerca continuamente di dominare sulle nostre menti, sapendo che se noi accarezziamo questi difetti, egli riuscirà nei suoi intenti. Perciò egli cerca costantemente di ingannare i discepoli di Gesù con i suoi sofismi, facendo loro credere che non possono assolutamente conseguire la vittoria. Ma Gesù interviene in loro favore mostrando le sue mani ferite, il suo corpo straziato e dicendo a tutti coloro che vogliono seguirlo: “…La mia grazia ti basta…” 2 Corinzi 12:9. “Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch’io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”. Matteo 11:29, 30. Nessuno deve considerare i propri difetti incorreggibili. Dio vi darà la fede e la grazia per vincerli.
Viviamo all’epoca del giorno dell’espiazione. Nel servizio cerimoniale terreno, mentre il sommo sacerdote compiva l’opera di espiazione per Israele, tutti erano invitati a pentirsi dei loro peccati e a umiliarsi davanti a Dio per non essere esclusi dal popolo. Allo stesso modo, tutti coloro che desiderano che i loro nomi rimangano scritti nel libro della vita dovrebbero ora, nei pochi giorni che ancora rimangono del tempo di grazia, rendersi conto del proprio stato nei confronti di Dio, provare un sincero dolore per i propri peccati e dimostrare un vero pentimento. È necessario un profondo e scrupoloso esame di coscienza. Molti cristiani dovranno rinunciare alla leggerezza e alla frivolezza. Si profila una lotta accanita per tutti coloro che vogliono vincere quelle tendenze al male che minacciano di avere il sopravvento.
L’opera di preparazione è individuale. Noi non siamo salvati in gruppo; la purezza e la devozione dell’uno non possono compensare l’assenza di questi requisiti nell’altro. Sebbene tutte le nazioni debbano comparire in giudizio davanti a Dio, egli esaminerà con la massima cura il caso di ogni singola persona, come se fosse l’unico essere al mondo. Ognuno dovrà essere provato e trovato “senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:19) né cosa alcuna simile.
Le scene relative all’opera conclusiva dell’espiazione sono particolarmente solenni. Gli interessi implicati sono della massima importanza. Attualmente è in atto il giudizio nel santuario celeste e si tratta di un’opera che ormai si svolge da moltissimi anni. Presto, anche se nessuno sa quando, il giudizio riguarderà i viventi. In presenza di Dio la nostra vita sarà presa in considerazione. Perciò, oggi più che mai, bisogna tener conto dell’invito di Gesù: “…
vegliate, poiché non sapete quando sarà quel tempo”. Marco 13:33. “…Se tu non vegli, io verrò come un ladro, e tu non saprai a quale ora verrò su di te”.
Apocalisse 3:3.
Quando finirà il giudizio investigativo, il destino di tutti sarà deciso per sempre: o per la vita o per la morte. Il tempo di grazia si chiuderà poco prima dell’apparizione del nostro Signore sopra le nuvole del cielo. Alludendo a quel tempo, Gesù dichiara: “Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l’opera sua”. Apocalisse 22:11, 12. I giusti e i malvagi vivranno ancora sulla terra. Gli uomini continueranno a piantare e a costruire, a mangiare e a bere, inconsapevoli del fatto che la sentenza finale sia già stata pronunciata nel santuario celeste e sia irrevocabile. Prima del diluvio, dopo che Noè era entrato nell’arca, Dio chiuse la porta lasciando fuori gli empi. Per sette giorni la gente, ignorando che il proprio destino era ormai deciso, continuò a vivere con superficialità, preoccupata di soddisfare i propri piaceri e beffandosi degli avvertimenti relativi all’imminente castigo. “…Così” disse il Salvatore “avverrà alla venuta del Figliuol dell’uomo”. Matteo 24:39. Silenziosamente, in modo furtivo e inatteso come il ladro di notte, giungerà l’ora decisiva che segnerà il destino eterno in ogni uomo, l’ora in cui l’offerta misericordiosa fatta all’uomo colpevole sarà ritirata.
“Vegliate dunque… che talora, venendo egli all’improvviso, non vi trovi addormentati”. Marco 13:35, 36. È pericolosa la condizione di chi, stanco di vegliare, si volge verso le attrazioni che ci offre la società. Mentre l’uomo d’affari è intento a ricercare nuove possibilità di guadagno, chi ama il piacere segue le proprie inclinazioni e chi è schiavo della moda si preoccupa della sua apparenza, il Giudice di tutta la terra potrebbe pronunciare la sentenza: “…tu sei stato pesato con la bilancia, e sei stato trovato mancante”. Daniele 5:27.