Capitolo 37 - La nostra unica salvaguardia - Parte 02

“V’è tal via che all’uomo par diritta, ma finisce col menare alla morte”.
Proverbi 16:25. L’ignoranza cessa di essere una scusa per l’errore e per il peccato, quando si ha l’opportunità di conoscere la volontà di Dio. Un uomo che si trova davanti a un incrocio e, senza curarsi dei pannelli indicatori, imbocca una via qualsiasi pensando che sia quella giusta, nonostante la sua sicurezza, molto probabilmente seguirà una direzione sbagliata.
Dio ci ha dato la sua Parola perché possiamo conoscere i suoi insegnamenti e sapere che cosa ci chiede. Quando un certo dottore pose a Gesù la domanda: “…Maestro buono, che farò io per ereditare la vita eterna?” il Salvatore lo indirizzò alla Scrittura dicendogli: “Tu sai i comandamenti…” Marco 10:17-19. L’ignoranza non scuserà né i giovani né i vecchi, né li sottrarrà al castigo decretato per la trasgressione della legge di Dio, poiché essi hanno a disposizione una chiara esposizione di questa legge, dei suoi princìpi e delle sue esigenze. Non basta avere buone intenzioni, non è sufficiente fare quello che si crede sia giusto o che il pastore insegna come tale. È in gioco la nostra salvezza e quindi ognuno deve esaminare le Scritture personalmente.
Per quanto radicate possano essere le nostre convinzioni in materia di fede; per quanto grande possa essere la nostra fiducia che il pastore conosca la verità, questa non è una base sufficiente. Disponiamo di una cartina stradale che indica ogni pietra miliare del cammino verso il cielo e quindi non possiamo attenerci a semplici supposizioni.
Primo e supremo dovere di ogni essere intelligente è imparare dalle Sacre Scritture che cos’è la verità per poi camminare in questa direzione e incoraggiare altri a fare lo stesso. Dovremmo studiare diligentemente la Bibbia ogni giorno, valutando ogni pensiero e confrontando i versetti fra loro. Con l’aiuto divino acquisiremo delle convinzioni personali, sapendo che un giorno saremo chiamati a renderne conto direttamente a Dio.
Le verità chiaramente rivelate nella Bibbia sono state messe in dubbio da uomini colti, che con il pretesto della loro sapienza, insegnano che le Scritture hanno un significato mistico, segreto e spirituale che non appare chiaramente nel linguaggio usato. Questi uomini sono dei falsi dottori. Parlando di loro, Gesù disse: “…voi… non conoscete le Scritture né la potenza di Dio…” Marco 12:24. Il linguaggio della Bibbia deve essere spiegato secondo il suo significato più immediato, a meno che non si tratti di simboli o di esempi. Il Cristo ha promesso: “Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio…” Giovanni 7:17. Se gli uomini accettassero la Bibbia come essa è, e se non ci fossero i falsi dottori per travisare le verità e renderle confuse, si realizzerebbe sulla terra un’opera che rallegrerebbe gli angeli e grazie alla quale migliaia di uomini, che oggi brancolano nell’errore, potrebbero entrare nel regno di Dio.
Dovremmo utilizzare tutte le facoltà della nostra mente per lo studio delle Scritture, cercando di comprendere, fin dove è possibile ai comuni mortali, le profonde realtà di Dio; senza dimenticare che la docilità e la sottomissione di un fanciullo sono le caratteristiche di un vero discepolo. Non si potranno mai superare le difficoltà di comprensione della Bibbia con i metodi usati per risolvere i problemi filosofici; perciò non dobbiamo mai intraprendere lo studio della Bibbia con quella sufficienza, che molti manifestano nel campo delle indagini scientifiche, ma con uno spirito di preghiera e di dipendenza da Dio e con il sincero desiderio di conoscere la sua volontà. Occorre inoltre essere umili, disposti a lasciarci guidare se vogliamo imparare dal grande “Io sono”, altrimenti, gli angeli malvagi accecheranno le nostre menti, renderanno insensibili i nostri cuori e la verità non eserciterà su di noi il suo influsso benefico.
Molte parti della Scrittura, che uomini dotti definiscono misteriose o che considerano prive di importanza, sono invece ricche di esortazioni e insegnamenti per coloro che hanno accettato il messaggio di Gesù. Una delle ragioni per le quali molti teologi non hanno una chiara comprensione della Parola di Dio è dovuta al fatto che essi chiudono gli occhi davanti alle verità che non intendono mettere in pratica. La conoscenza della verità biblica non dipende tanto dall’intelligenza di chi la studia, quanto dalla sincerità e da un profondo desiderio di giustizia.
Lo studio della Bibbia dovrebbe essere sempre accompagnato dalla preghiera. Solo lo Spirito Santo può farci sentire l’importanza delle cose facili e comprendere o impedirci di travisare quelle più difficili. È compito degli angeli preparare i nostri cuori per comprendere le Scritture in modo che rimaniamo affascinati dalla sua bellezza, incoraggiati dai suoi avvertimenti e fortificati dalle sue promesse. Dovremmo condividere la preghiera del salmista: “Apri gli occhi miei ond’io contempli le meraviglie della tua legge”. Salmi 119:18. Spesso le tentazioni sembrano irresistibili perché si trascura la preghiera e lo studio della Bibbia e quando sopraggiunge la tentazione non si ricordano le promesse di Dio per respingere Satana con la spada della Parola di Dio. Gli angeli proteggono coloro che desiderano conoscere la volontà di Dio e nei momenti difficili essi ricorderanno le verità necessarie. Così “…
quando l’avversario verrà come una fiumana, lo spirito dell’Eterno lo metterà in fuga”. Isaia 59:19.
Gesù ha promesso ai suoi discepoli: “…il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v’ho detto”. Giovanni 14:26. È necessario però che gli insegnamenti di Gesù siano introdotti nella mente perché lo Spirito di Dio possa ricordarli al momento opportuno. Davide disse: “Io ho riposto la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te”. Salmi 119:11.
Tutti coloro che aspirano alla vita eterna devono diffidare delle insidie dello scetticismo. Perfino le basi della verità saranno contestate e per noi sarà praticamente impossibile sfuggire agli attacchi dei sarcasmi, dei sofismi e agli insegnamenti insidiosi e pericolosi dell’incredulità moderna. Satana adatta le sue tentazioni a tutte le classi. Attacca gli ignoranti con la derisione e lo scherno, mentre affronta le persone colte con obiezioni scientifiche o ragionamenti filosofici. Tutto questo per provocare la sfiducia e il disprezzo per le Scritture. Perfino i giovani senza esperienza si permettono di insinuare dubbi contro i princìpi fondamentali del cristianesimo. Questa incredulità, sebbene superficiale, ha anch’essa i suoi effetti. Molti quindi sono indotti a beffarsi della fede dei loro padri e a disprezzare lo Spirito della grazia. Cfr.
Ebrei 10:29. Molte vite che avrebbero potuto onorare Dio ed essere fonti di benedizione per il mondo, sono state rovinate dall’incredulità. Tutti coloro che confidano nella ragione umana o ritengono di poter penetrare nei misteri divini e giungere alla verità, senza ricorrere alla sapienza di Dio, cadono nella trappola di Satana.
Noi viviamo nel periodo più solenne della storia del mondo. La sorte degli uomini che vivono sulla terra sta per essere decisa. Il nostro destino eterno e la salvezza di altri uomini, dipende dalle nostre scelte. Abbiamo bisogno di essere guidati dallo Spirito di Dio. Perciò, ogni discepolo di Gesù dovrebbe chiedere a Dio con la massima sincerità: “Signore, che cosa vuoi che io faccia?” Umiliamoci davanti al Signore, con digiuno e preghiera e riflettiamo sulla sua Parola, particolarmente sulle scene del giudizio. Cerchiamo di6 acquisire, ora, una viva e profonda esperienza delle realtà di Dio, perché non c’è tempo da perdere. Intorno a noi si profilano eventi di importanza vitale e ci troviamo, per così dire, sul terreno di Satana. Sentinelle di Dio, non addormentatevi perché il nemico, anche se invisibile, è in agguato, pronto a balzare su voi al primo segno di rilassatezza o sonnolenza.
Molti si illudono circa la loro reale condizione nei confronti di Dio. Si rallegrano di non aver commesso cattive azioni, ma non pensano a quelle buone e nobili che Dio richiede da loro e che essi, però, non hanno compiuto. Non basta essere degli alberi nel giardino di Dio: bisogna anche portare frutto.
Egli li ritiene responsabili del bene che non hanno fatto e che avrebbero potuto fare con l’aiuto della sua grazia. Nei libri del cielo sono iscritti come alberi che occupano inutilmente il terreno, ma il loro caso non è disperato.
A coloro che hanno disprezzato la misericordia di Dio e hanno abusato della sua grazia, egli rivolge ancora questo pressante appello: “…Risvegliati, o tu che dormi, e risorgi da’ morti, e Cristo t’inonderà di luce. Guardate dunque con diligenza come vi conducete… approfittando delle occasioni, perché i giorni sono malvagi”. Efesini 5:14-16.
Quando sopraggiungerà il tempo della prova, allora si riconosceranno coloro che hanno fatto della Parola di Dio la norma della loro vita. D’estate, non si nota la differenza fra le piante sempreverdi e le altre, ma quando sopraggiungono i geli invernali, mentre gli alberi sempreverdi rimangono inalterati, gli altri perdono le loro foglie. Così coloro che non hanno un cuore sincero possono anche sembrare simili ai veri cristiani, ma verrà il tempo in cui la differenza risulterà evidente. Quando si manifesteranno l’opposizione, il fanatismo e l’intolleranza, quando esploderà la persecuzione, gli incerti e gli ipocriti vacilleranno e perderanno la fede, mentre il vero cristiano rimarrà saldo come una roccia, la sua fede aumenterà e la sua speranza risulterà ancora più viva di quella dei giorni della prosperità. Dice il salmista: “…le tue testimonianze son la mia meditazione… Mediante i tuoi precetti io divento intelligente: perciò odio ogni sentiero di falsità”. Salmi 119:99, 104. “Beato l’uomo che ha trovato la sapienza…” (Proverbi 3:13); “Egli è come un albero piantato presso all’acque, che distende le sue radici lungo il fiume; non s’accorge quando vien la caldura, e il suo fogliame riman verde; nell’anno della siccità non è in affanno, e non cessa di portar frutto”. Geremia 17:8.