Compie un secolo la prima cappella avventista in Italia

Festa nella chiesa di Montaldo Bormida, riconosciuta di interesse artistico e storico dal Ministero della Cultura nel 2024. Presenti il sindaco, esponenti delle fedi cristiane e i vertici della denominazione.

Notizie Avventiste – Mesi di preparativi a Montaldo Bormida (AL) e finalmente, sabato 12 aprile, si sono svolte le celebrazioni per il centenario della costruzione della prima cappella avventista in Italia. Nel paesino piemontese (600 abitanti circa) sono arrivati in tanti dalle chiese di Alessandria, Asti, Genova, Torino, Milano, Firenze, Padova e Roma, per questo importante momento di ricordo storico. Gli interventi del sindaco e dei rappresentanti delle denominazioni cristiane hanno animato la cerimonia pubblica pomeridiana.

Il programma del mattino
Il programma sabatico inizia con gli onori di casa di Stefano Calà, pastore locale. Segue la riflessione del prof. Tiziano Rimoldi, docente di storia della chiesa alla facoltà avventista di teologia di Firenze. “Rimoldi pone una serie di domanda ai presenti, che ne discutono in gruppi, sul senso della presenza avventista in Italia dopo 160 anni: quali sono gli elementi della nostra fede che dobbiamo recuperare e quali pratiche invece dobbiamo modificare per poter rendere una testimonianza efficace e pertinente nel tempo in cui viviamo?” spiega il past. Stefano Calà.

Il past. Eugen Havresciuc, direttore delle chiese avventiste del nord Italia, già pastore della comunità di Montaldo, presenta la raccolta dell’offerta che verrà destinata al mantenimento della cappella, divenuta, da settembre 2024, un bene riconosciuto di interesse artistico e storico dal Ministero della Cultura e come tale sottoposto a vincolo.  Il passo successivo è la piantumazione di un ulivo nel giardino, quale simbolo della cura per la chiesa di Montaldo, fino al ritorno del Signore.

Rientrati in chiesa, vengono letti i messaggi di saluto del past. Domenico Visigalli, 97 anni, che ricorda il primo momento in cui mise piede nella chiesa di Montaldo Bormida nel 1952; e del past. Samuele Barletta, che ha servito nella comunità.

Il sermone è del past. Andrei Cretu, presidente dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno. Nella sua predicazione, sul testo di Isaia 43:19-21, chiede ai presenti di continuare ad aver fede nel Signore. Lo stesso Dio che ha guidato il suo popolo e la chiesa nel passato, sarà capace di condurre e aprire nuove strade per la proclamazione di un messaggio a quanti ancora non lo conoscono. E lo farà anche in quello che ai nostri occhi sembra un deserto ma nasconde semi di speranza.

Non sono mancati i canti comunitari, accompagnati da pianoforte e violini, per esprimere gioia e lode a Dio.

La cerimonia pubblica del pomeriggio
Dopo il pranzo in un locale messo a disposizione dal Comune di Montaldo Bormida, segue la celebrazione pubblica, aperta alla cittadinanza. Tra gli ospiti, ci sono anche due carabinieri della stazione di Carpeneto, invitati per rievocare una foto storica del 1925 in cui alcuni militari dell’arma erano ben riconoscibili con i loro moschetti.

Il pomeriggio inizia con i saluti istituzionali. Il presidente Cretu ringrazia le autorità intervenute e sottolinea l’importanza del momento per l’intera Chiesa avventista in Italia. Il past. Havresciuc rinnova l’affetto per la comunità e i membri di cui è stato pastore. La parola passa al sindaco, Emiliano Marengo, che si felicita per il traguardo raggiunto e manifesta la vicinanza dell’Amministrazione comunale.

“Particolarmente toccante l’intervento di Domenico Borgatta, presidente della Commissione per l’ecumenismo della diocesi di Acqui” ricorda il past. Calà “che ringrazia la Chiesa avventista per tre elementi che a suo giudizio ne caratterizzano l’essere e l’agire. Il sabato, giorno di riposo in una società che non si ferma; il ritorno del Signore, verità teoricamente condivisa da tutti i cristiani ma da tanti non vissuta nella pratica quotidiana; l’aiuto verso il prossimo”.

Il saluto di Andrea Ferraro, uno dei responsabili della chiesa dei Fratelli di Rivalta Bormida, testimonia il legame esistente tra le due comunità fin dalle origini. Concludono i saluti istituzionali i carabinieri che sottolineano di “essere venuti in pace”, mentre nella foto storica i loro colleghi di allora portavano il moschetto. Ad ognuno degli ospiti viene regalata copia del libro “La via migliore” di E.G. White, al sindaco anche una targa a ricordo.

Cenni storici
È il prof. Rimoldi a presentare, in breve, la storia della denominazione a partire dalla sua nascita negli Stati Uniti nella seconda metà del XIX secolo, fino al suo sviluppo in Italia, con particolare riferimento alle sfide affrontate nel periodo fascista e post-bellico.

Poi il past. Calà presenta la storia della chiesa di Montaldo Bormida.
La prima avventista montaldese fu Maria Ottolia, vedova Cambiaso, che a Genova conobbe il messaggio avventista e fu battezzata. Con zelo testimoniò della sua fede a parenti e conoscenti, contribuendo alla fondazione delle comunità di Genova e Montaldo Bormida e alla conversione di Francesco Rimoldi, poi pastore.

Giovanni Battista Ottolia, ciabattino, accettò nel 1912 il messaggio avventista portato in paese da sua sorella Maria. Nella bottega, Giovanni aveva un giovane apprendista, Federico Orsi, molto interessato alla sua testimonianza. Nel 1913 anche Federico accettò gli insegnamenti biblici presentati dalla Chiesa avventista e fu battezzato.

Nel 1921 venne battezzata Teresa Gaggino, sposata con Angelo Parodi. Qualche anno dopo sarà lei a donare quel piccolo pezzo di terra sul quale, in pochi mesi, venne costruita la prima cappella avventista in Italia. E tutto fu possibile grazie all’impegno dei 26 membri della comunità locale e a un piccolo contributo del Fondo per l’estensione delle missioni della Chiesa avventista mondiale,  Il 28 aprile 1925, Federico Orsi era presente dal notaio come testimone. Dal 1925 e fino alla sua morte nel 1974, Orsi ricoprì l’incarico di anziano della comunità. E in questa veste fu oggetto delle attenzioni del parroco, del vescovo e del nunzio apostolico che si interessarono presso il Ministero dell’Interno per ostacolare la sua nomina come ministro di culto riconosciuto.

Oggi, la cappella è usata occasionalmente, per eventi delle comunità e degli scout vicini.
“Preghiamo che il Signore possa indicarci quale progetto ha per il futuro non solo e non tanto delle mura della cappella di Montaldo quanto dell’opera di testimonianza in Italia in generale e tra queste colline in particolare” conclude il past. Calà.

La tradizionale foto ricordo e un piccolo rinfresco hanno chiuso le celebrazioni.

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[Foto: HopeMedia Italia]

 

 

 

 

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