
Notizie Avventiste – “Vi siete mai chiesti perché è facile individuare i punti deboli degli altri, ma è così difficile vedere i nostri?” domanda David Buruchara, psicoterapeuta clinico statunitense. Riteniamo che la nostra vita e le nostre convinzioni siano “complesse e ricche di sfumature, mentre gli altri hanno bisogno di ‘darsi una regolata’” aggiunge.
Nell’articolo pubblicato su adventistreview.org, Buruchara spiega: “Immaginate tre passeggeri su una barca in acque agitate. Ognuno rimane al suo posto, convinto di aver trovato la posizione perfetta. Quello davanti si sporge molto a destra, certo di compensare così l’inclinazione della barca. L’altro, dietro, si appoggia a sinistra, sicuro di sé anche lui. Il terzo resta dritto al centro, convinto di aver trovato la soluzione vera. Ognuno guarda gli altri con preoccupazione e pensa: ‘Se solo sapessero stare come me!’”.
Ma ogni passeggero agisce per un motivo. Infatti, “la parte anteriore della barca si inclina in modo più marcato a ogni onda; la parte posteriore ondeggia con un movimento unico”. E le azioni di ciascun occupante rispondono a “forze reali, impossibili da percepire per chi si trova in un’altra posizione”.
“La saggezza non è nel giudicare la posizione degli altri da lontano, ma nel capire perché stanno così” evidenzia lo psicoterapeuta “E se la nostra umiltà aprisse la porta a una genuina curiosità per le altre persone? Quando siamo curiosi, ci avviciniamo. Quando siamo più vicini, iniziamo a entrare veramente in empatia. E quando entriamo in empatia, entriamo in contatto. Non è forse in questo modo che Gesù ha svolto il suo ministero sulla terra? Si è avvicinato alle persone, ha compreso le loro difficoltà reali e ha agito in loro favore con amore e verità”.
L’autore sostiene che “non dobbiamo vacillare nell’incertezza. Possiamo rimanere saldi nelle nostre convinzioni perché confidiamo nella guida di Dio attraverso la sua Parola. Dio promette di guidarci in tutta la verità (Giovanni 16:13) se siamo disposti a farlo. La chiave è mantenere questa fiducia riconoscendo che molti di coloro che non sono d’accordo con noi possono essere altrettanto sinceri nel loro cammino con Dio”.
Poi conclude: “La nostra eredità avventista dimostra magnificamente questo equilibrio. I primi credenti sono rimasti fermi sulla verità biblica, pur rimanendo aperti a una comprensione più profonda. Il sabato, ad esempio, era una verità antica che aspettava di essere riscoperta da chi era disposto a ricevere insegnamento. Come loro, anche noi possiamo restare attaccati alla verità, mantenendo un cuore da studenti davanti a Dio. Mentre confidiamo nella guida divina, possa la nostra convinzione ispirare curiosità sui percorsi degli altri perché, attraverso queste connessioni, Dio riveli ancora di più la sua luce. Forse allora, in un mondo polarizzato, la testimonianza più potente non è la nostra posizione incrollabile sui problemi, ma il nostro amore incrollabile per coloro che li vedono in modo differente (Giovanni 13:35)”.
[Leggi l’intero articolo su: adventistreview.org. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara]
La voce Pensiamo tutti di avere ragione è stata pubblicata per la prima volta su HopeMedia Italia.