Tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili

Una pratica che viola i diritti umani e colpisce oltre 230 milioni di ragazze e donne nel mondo.

Notizie Avventiste – Nel 2012, l’Assemblea delle Nazioni Unite ha designato il 6 febbraio Giornata internazionale della tolleranza zero contro le mutilazioni genitali femminili (MGF), una pratica diffusa in numerosi Paesi africani e asiatici, ma esistente anche in Europa, nelle comunità di immigrati. Le bambine subiscono le MGF per una tradizione culturale che celebra l’arrivo della pubertà, talvolta è ritenuta uno status symbol, eppure i suoi effetti fisici sono devastanti: infezioni, dolore cronico e infertilità.

“La mutilazione genitale femminile è una violazione dei diritti umani che infligge alle bambine e alle donne profonde cicatrici fisiche, emotive e psicologiche che durano tutta la vita” afferma l’UNICEF “Questa pratica dannosa colpisce oggi più di 230 milioni di ragazze e donne. Si stima che altri 27 milioni di ragazze potrebbero subire questa violazione dei loro diritti e della loro dignità entro il 2030 se non si interviene subito”.

Accelerare il passo
In risposta al tema 2025, “Accelerare il passo: Rafforzare le alleanze e costruire movimenti per porre fine alle mutilazioni genitali femminili, l’UNFPA, l’UNICEF e l’OMS riaffermano il loro impegno a lavorare per porre fine a questa pratica dannosa.
“Vi è speranza, in quanto in molti Paesi si è registrato un calo della prevalenza delle mutilazioni genitali femminili. Assistiamo a progressi in Paesi come il Kenya e l’Uganda, dove l’azione collaborativa e le iniziative guidate dalle comunità stanno dimostrando che, rafforzando le alleanze e costruendo movimenti, possiamo accelerare il cambiamento” rileva l’UNICEF.

Oggi, in occasione della Giornata tolleranza zero contro le MGF, radio RVS–Accendi la speranza ha intervistato il dott. Matteo Marconi, dell’Istituto Superiore della Sanità, per abbattere i luoghi comuni e trovare soluzioni preventive. Clicca qui per ascoltare il programma.

Centro avventista in Kenya
La Chiesa avventista e il suo braccio umanitario, ADRA, realizzano progetti per contrastare questa pratica. In Kenya, da diversi anni funziona un centro di accoglienza per bambine e ragazze che fuggono alle MGF e ai matrimoni precoci. Ne è un esempio Janet che a 9 anni era stata promessa sposa a un uomo di 60. Grazie alla scuola avventista e al centro, ha potuto studiare e diplomarsi.

Un “Fiore del deserto” in Germania
L’ospedale avventista “Waldfriede” di Berlino ha aperto un Centro “Desert Flower” (Fiore nel deserto) dove vengono curate numerose donne e ragazze vittime delle MGF. Inaugurato nel settembre 2013, è stato il primo centro del suo genere al mondo. Dalla sua fondazione, oltre 700 donne hanno ricevuto assistenza medica. Circa 300 donne hanno avuto bisogno di un intervento chirurgico di ricostruzione. Il medico primario del Centro è la dott.ssa. Cornelia Strunz, la prima persona che le donne contattano per telefono o via e-mail.

“Offriamo assistenza medica olistica alle donne che soffrono per le conseguenze delle mutilazioni genitali. Oltre agli interventi chirurgici e alla chirurgia ricostruttiva, supportiamo le donne colpite anche attraverso la terapia psicologica e sessuale” afferma una nota del centro “Dal 2015 esiste un gruppo di auto-aiuto che si riunisce regolarmente. Due volte l’anno si tiene un corso intensivo per medici, ostetriche e infermieri. Da ottobre 2020, Desert Flower Magazine è disponibile in tre lingue (tedesco, inglese, francese). Dal 2020 è in vendita anche un libro specialistico sull’argomento”.

Mia figlia non sarà mai mutilata
Nel 2016 è nata la prima bimba da una donna vittima di mutilazioni genitali che si era sottoposta a un’operazione di ricostruzione nell’ospedale avventista Waldfriede di Berlino. La piccola Muntaz ha visto la luce nel “Desert Flower Center”.
La giovane mamma, appena ventenne, era fuggita dalla Somalia ed era arrivata al Desert Flower all’inizio del 2015. Circa dieci giorni più tardi aveva chiesto di sottoporsi alla ricostruzione chirurgica, poiché voleva sposarsi e avere figli. L’intervento, effettuato a febbraio 2015, pochi giorni dopo il matrimonio, le ha permesso di vivere una gravidanza senza complicazioni. Ora lei e suo marito, che ha sostenuto molto la moglie, hanno una splendida bambina.
“Mia figlia non sarà mai mutilata”, ha affermato la mamma di Muntaz “Ho sofferto molto per questa pratica crudele. Solo dopo l’intervento di chirurgia ricostruttiva mi sento di nuovo una donna completa”.

Premio “Eroine”
Il 25 ottobre 2024, la dott.ssa Cornelia Strunz è stata insignita del premio “Heroines Award” della Fondazione Alice Schwarzer, presso il Rotes Rathaus (municipio rosso) di Berlino, per il suo instancabile impegno a favore delle donne con mutilazioni genitali. Un’altra vincitrice del premio è l’assistente sociale tedesco-keniota Virginia Wangare Greiner, che con la sua organizzazione Maisha e. V. di Francoforte sul Meno offre consulenza alle donne che hanno subito mutilazioni genitali e vuole prevenire ulteriori mutilazioni genitali attraverso l’istruzione. Il premio vale 10.000 euro.

In Germania, i costi delle cure mediche per le donne con assicurazione sanitaria pubblica sono ora coperti dalle casse malattia. Per tutte coloro che non sono assicurate, l’associazione Waldfriede e.V., finanziata attraverso donazioni, copre i costi.

Per leggere altre notizie sul Centro “Fiore del deserto” di Berlino, clicca sui seguenti link:
https://hopemedia.it/giornata-contro-le-mgf-intervista-alla-responsabile-del-centro-desert-flower/
https://hopemedia.it/giornata-contro-le-mutilazioni-genitali-femminili-mai-piu/
https://hopemedia.it/stop-alle-mutilazioni-genitali-femminili-52487/
https://hopemedia.it/mia-figlia-non-sar-mai-mutilata-49712/

Lina Ferrara 

La voce Tolleranza zero per le mutilazioni genitali femminili è stata pubblicata per la prima volta su HopeMedia Italia.